
Fisco, la madre di tutte le battaglie
In questa campagna elettorale sta diventando argomento centrale l'argomento fisco. Era già successo in precedenti tornate elettorali, ma era avvenuto solo alle battute finali; ora la questione delle tasse ha conquistato prepotentemente il "centro della scena" e si ha l'impressione che resterà, fino al 24 febbraio, il tema principale, se non l'unico. Vi sono addirittura simboli elettorali che lo pongono come slogan: valga per tutti come esempio il partito "Basta Tasse". Affinchè questo argomento possa essere di qualche utilità per tutti noi, è necessario porre alcune premesse, condizioni senza le quali gli elettori andranno alle urne con le idee ancor più confuse o con la convinzione che verranno prese misure che poi in realtà risulteranno impossibili. Innanzitutto la Costituzione italiana afferma che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva e che il sistema tributario italiano è informato a criteri di progressività (art. 53). Un altro articolo esclude la materia fiscale come oggetto dei referendum (art. 75). Le ragioni di questi due articoli sono evidenti: col primo si considera il fisco come un potente strumento di giustizia sociale favorendo, con la progressività, una redistribuzione del reddito; il secondo, prevede che il fisco non possa essere oggetto di referendum in quanto sarebbe troppo facile raccogliere consensi sulla riduzione delle tasse, senza porre la stessa attenzione a come far fronte alle conseguenze di minori entrate. Ciò premesso, prima di poter affrontare il tema fiscale e farne oggetto di programmi elettorali, è necessario, serio e onesto darsi un criterio di metodo: qualsiasi ipotesi di riduzione di tasse deve essere adeguatamente, e con lo stesso grado di certezza, coperta o da minori spese o da altre entrate di uguale quantità. Per dirla con uno slogan: no al criterio di coprire minori entrate certe (derivanti da diminuzioni di imposte) con misure aventi certezza minore, quali ad esempio, generica riduzione delle spese inutili, o dichiarazioni di lotta all'evasione fiscale: la diminuzione sarebbe certa, la copertura con minori spese o altre entrate non sarebbe altrettanto certa. Se non si rispetteranno queste premesse di metodo qualsiasi dibattito sarà inutile e fuorviante. Le Acli di Forlì-Cesena, che trattano da anni questi argomenti in incontri formativi nei propri circoli, invitano gli elettori a giudicare i programmi dei vari partiti con i criteri e il metodo descritti sopra. Per approfondimenti si veda la relativa scheda a seguire.
Luciano Ravaioli
Presidente Provinciale A.C.L.I.

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